Zibibbo di Arcà

Famiglia Vitacee 

Arcà, nome che deriva dal greco bizantino e significa “luoghi dove vivono gli orsi”, è una contrada nel comune di Samo di Calabria, caratterizzata da un paesaggio aspro e selvaggio. Si raggiunge attraverso una sterrata che parte dalla sorgente Calamaci e si discende verso la fiumara La Verde, attraversando orti e macchia mediterranea.
Fino a trent’anni fa, Arcà ospitava orti curati da pastori o forestali. Tra gli orti si notavano bagolari su cui si arrampicavano viti, alcune delle quali producevano grappoli enormi di Zibibbo, altri più simili all’Inzolia. A circa due chilometri di distanza, in contrada Spruzzina ad Africo, su un bagolaro viveva un’enorme vite di Zibibbo dai grappoli lunghi e neri.
L’area ripariale di Arcà era ricca di viti interessanti, ma è stata abbandonata dopo la morte del pastore che curava gli orti e un incendio che ha danneggiato alcune piante. Le viti presenti potrebbero essere originarie dell’Egeo e risalire al periodo di ripopolamento della Calabria durante l’Impero Bizantino.
Si è scoperto che alcuni tralci di Zibibbo sono stati recuperati e piantati altrove, come nel campo di un contadino di Samo e nell’orto accanto a un frantoio a Bovalino. Le viti di Arcà sono insolite rispetto agli altri Zibibbi più comuni.
Infatti, le sue foglie appaiono molto grandi e fragili nello stesso tempo, con il seno peizoidale aperto, trilobate e glabre, a cui corrispondevano dei grappoli piccolissimi, delicati, spargoli dagli acini sferici non grandi, leggermente schiacciati ai poli con un puntino nero al centro delicati e aromatici, potenzialmente adatti alla produzione di un passito sublime.