Recina d’u monacu di sorta

Famiglia Vitacee 

A Sant’Agata del Bianco è ancora possibile osservare una vigna impiantata alla fine degli anni ’50, all’interno della quale è stata scoperta una varietà di vite chiamata Recina d’u monacu, così denominata perché un monaco l’aveva introdotta nel paese da Chiaravalle.
Questa vite, probabilmente un ibrido tra una vite americana e una domestica francese, si diffuse rapidamente a scapito di altre varietà locali come l’Alicante, le Inzolie e le Malvasie. A Ferruzzano è presente un’altra varietà di Recina d’u monacu, ma completamente diversa da quella di Sant’Agata.
Infatti, il grappolo che essa produce è medio-grande, dagli acini un po’ croccanti, non fitti, ovali, di un bleu intenso, talvolta coperti leggermente da pruina, velo ceroso che può indicare qualità.
L’uva di tale vite aveva una funzione duplice, in quanto era consumata come frutto, ma anche usata nella vinificazione. Tale vite era stata prelevata dall’orto di un monastero del territorio di Ferruzzano.
Recentemente, un enologo proveniente dalla California, ha valutato positivamente le uve della Recina d’u monacu, suggerendo che possano produrre un vino superiore con note morbide e avvolgenti di frutti di bosco.