Famiglia Vitacee
L’area della Locride meridionale tra Brancaleone e Casignana è stata identificata come una zona di grande importanza per la conservazione del patrimonio viticolo antico della Calabria. Un’indagine condotta dal Centro Sperimentale di Turi ha individuato diverse varietà di viti con profili molecolari unici, molte delle quali localizzate nell’area tra Brancaleone e Casignana, che è nota anche per la più alta concentrazione al mondo di antichi palmenti scavati nella roccia, circa settecento in totale. Questa stessa area ospita anche oltre duecento chilometri di muri a secco che delimitavano i vigneti delle antiche civiltà, come Locri Epizephiri, le ville romane e le fattorie bizantine del Tardo Antico.
Tra le varietà di uve presenti nell’area, ci sono sia varietà rosse, come i Nerelli, diffusi in tutta la zona, che varietà bianche, come le Aminie Lanate. Queste ultime, portate dai tessali nel V secolo a.C., potrebbero essere state tra le varietà utilizzate per produrre vino nella regione. Tuttavia, non è possibile conoscere con certezza quale tipo di vino veniva prodotto, ma si sa che l’area era ricca di varietà viticole.
Oltre alle varietà portate dai coloni greci, ci sono anche quelle derivate dalla domesticazione delle viti silvestri presenti ancora nell’area.
Una delle varietà locali, lo Zinnarico, era denominato in tale modo perché era caratterizzato da acini grandi e da quelli piccoli (ossia zinnarici, che significa molto piccoli), che maturavano assieme, mentre in altre varietà gli acini piccolissimi rimangono verdi.
Questo fenomeno viene definito “acinellatura” e si ha quella verde quando non avviene l’impollinazione degli acini che rimangono piccoli e non maturano, e quella dolce quando avviene l’impollinazione, ma non la fecondazione degli acini che permangono piccoli e arrivano alla maturazione.