Famiglia Vitacee
Nel versante ionico meridionale del Reggino, la ricerca del vino di alta qualità è stata una costante, con ogni territorio che vantava la propria varietà di vite migliore. La pratica antica del “vino greco” derivante dall’essiccazione dell’uva era predominante, richiamando alla mente antichi riferimenti letterari. Fino agli inizi del ‘900, Gerace deteneva l’egemonia nella produzione del Greco, esportando il suo passito in tutta Italia e oltre. Tuttavia, il progresso ha portato all’oblio di molte delle antiche tecniche vinicole, con la maggior parte dei vini passiti diventati privilegio delle classi più abbienti. La tradizione delle varietà di vite denominate Lacrima, con varietà come Lacrima Cristu e Lacrima nera, era diffusa in molti paesi, ma oggi rischia l’estinzione.
A Bova esisteva la tradizione di ricavare un vino rosso dalla Lacrima nera, di cui erano presenti due varietà, una dai grappoli piccoli, armonici e dagli acini bleu intenso, radi, ricchi di pruina, e un’altra molto più grande dai grappoli che superavano abbondantemente i 30 cm di lunghezza. Quest’ultima è adatta più come vite da tavola che da vino. Invece, dalle uve della Lacrima piccola, veniva prodotto un vino di qualità superiore, dai profumi intensi e inebrianti, dal colore rosso rubino con riflessi violacei.
Naturalmente il vino prodotto in purezza dalla Lacrima piccola era appannaggio solo dei benestanti, mentre coloro che possedevano una piccola vigna mescolavano tutte le uve delle varie varietà, dove prevaleva il Nerello.