Famiglia Vitacee
A Caulonia, l’antica Castelvetere, la tradizione vitivinicola ellenica è ancora viva attraverso numerose viti che portano nomi e caratteristiche legate al mondo greco antico. Le frazioni circostanti, un tempo abitate principalmente da lavoratori agricoli, mantennero una forte identità contadina, anche durante la breve Repubblica Comunista di Caulonia nel 1945, guidata da Pasquale Cavallaro. Questo periodo di rivolta fu scatenato dalla richiesta di restituzione delle terre demaniali usurpate ai contadini dai proprietari terrieri dopo l’Unità d’Italia. Durante quei giorni di scontro, vi furono violenze, fustigazioni pubbliche e persino l’omicidio del parroco da parte di un uomo geloso. Tuttavia, la rivolta vide anche l’abbondante consumo di vino, compreso quello requisito ai ricchi proprietari, che rappresentava un momento di piacere e ribellione. Le vigne locali, in particolare quelle di vitigni “grechi” come la Greca bianca e il Greco nero, erano fondamentali per la produzione vinicola e testimoniavano la ricca eredità viticola del territorio.
La Greca bianca, dagli acini medi e dalla maturazione medio-precoce, somiglia molto alla Guardavalle ed è fortemente pubescente, lanata, quindi, come pure pubescente è il Greco nero passo corto, con buone potenzialità.
Il Grecuni bianco invece offre dei grappoli talvolta grandi, dagli acini grossi, che a maturazione completa risultano cosparsi di pruina; talvolta accanto ai grappoli grossi sono presenti anche quelli medio-piccoli, che risultano più equilibrati nell’aspetto, a forma piramidale. Maturano nello stesso periodo dei grappoli della Greca bianca e risultano gradevolmente dolci, solo con una leggera presenza di aspro.
Le sue uve non sono state mai usate in purezza per produrre dei bianchi e si ha notizia solo dell’uso che si faceva nel mescolarle, in un uvaggio composito con tutte le altre uve, prevalentemente bianche, che davano come risultato definitivo un vino rosato carico. Nel passato più antico si produceva un vino da dessert essiccando le uve della Muscareda bianca (Moscatello), a cui si aggiungevano in piccole quantità uve di Grecuni, della Greca bianca e della Malvasia bianca.
Tale vitigno era molto diffuso nell’area di Campoli e contrada Furca, ma l’azione dei cinghiali sta facendo deperire la viticoltura, favorendo l’estinzione di taluni vitigni.