Bianca di Cola Checco di Cardeto

Famiglia Vitacee 

Alla fine dei Piani di Bagaladi, lungo la discesa per Ambeli e per Cola Checco ci si può imbattere in una vite isolata e a una pergola nei pressi di un casolare. Con quell’uva, mescolata a quella dei Nerelli inerpicati sui pioppi a ridosso di un ruscello, si può ricavare un buon vino dal colore rosso chiaro.
La vite produce dei bei grappoli, lunghi, dagli acini radi e ovali di un colore bianco ambrato, che arriva a maturazione a Cola Checco solo a ottobre inoltrato per via dell’altitudine (quota 980).
Essa ormai è l’unica e forse nel passato sarà stata presente nelle piccole vigne dislocate nei declivi, difesi da muri a secco sulle alture di fronte a Cola Checco nella frazione di Ambeli (vigna in Greco di Calabria).
Si è perso persino il nome della bella bianca di Cardeto (forse veniva denominata Minna di vacca), di cui fu fatto analizzare dall’Università di Pisa il DNA, che è risultato incerto, ma comunque assimilabile al Mantonico bianco di Gerace e al greco Aronne di Ferruzzano, in estinzione pur’essi.
Ritornando a Cola Checco, anche il Centro Sperimentale di Turi ha estratto il DNA e ha scoperto che la Bianca di Cardeto è identificabile con il Grillo, il vitigno dalle cui uve i siciliani producono il Marsala.