Famiglia Vitacee
La viticoltura a Brancaleone, come in molte altre enclave della provincia di Reggio e della Calabria, sta declinando, nonostante il suo ruolo cruciale nella conservazione del germoplasma viticolo antico. Un’analisi del DNA ha rivelato che molte viti presenti in queste zone sono uniche al mondo, ma il loro futuro è incerto a causa della mancanza di interesse e sostegno.
Un progetto mira a salvare almeno quaranta di queste varietà, ma il percorso è impegnativo e richiede il coinvolgimento delle imprese agricole calabresi. Una di queste viti uniche, conosciuta localmente come Malvasia nera o Varvasia, aveva la funzione di amalgamare uve diverse per la vinificazione. A Brancaleone, queste varietà assumevano nomi come Pizzute bianche o nere, mantenendo la loro capacità di miscelare le uve per ottenere vini equilibrati.
Alcune di queste viti, come la Tundulilla bianca, erano particolarmente apprezzate per le loro caratteristiche uniche. I grappoli nella forma erano diversi da quelli di Egua, Bova, Caraffa e Ferruzzano, in quanto erano leggermente più spargoli, con una forma un po’ sbilenca del graspo, mentre gli acini erano identici: allungati e terminavano con una forma acuta, da cui derivava il termine Pizzuta. La polpa era soda e leggermente croccante, il colore di un bleu intenso.