Famiglia Vitacee
Bova, antico centro della Grecia calabrese, ha una storia vinicola degna di nota, come annotato da Barrio nel XVI secolo, che ricorda la produzione di un vino di alta qualità. La città, con il suo passato legato alla cultura greca e all’ortodossia, ha suscitato l’interesse dell’Università di Bologna, che ha condotto studi sul DNA della popolazione, rivelando sorprendenti legami con la civiltà minoica di Creta. Nonostante il declino demografico, i bovesi si considerano discendenti di questa antica civiltà.
Durante la presentazione dei risultati del DNA, un cittadino di Bova ha reagito con sdegno all’idea di essere paragonato agli abitanti di Africo, ma le analisi confermano una stretta affinità genetica tra le due popolazioni, che potrebbero tuttavia essere confermate dalla natura delle viti autoctone di Bova, tra le quali è possibile ammirare varietà come il Nerello di Bova, la Malvasia bianca e diverse Lacrime nere e Tundulilla. La Malvasia bianca in particolare è molto delicata, è doppia, ovviamente i suoi acini sono perfettamente sferici, il vinacciolo appare in trasparenza quando essi sono maturi, mentre nel periodo della maturazione sono ricchi di pruina; i suoi grappoli sono moderatamente spargoli. Assieme alle altre uve bianche, nell’ordine del 25%, esse venivano vinificate con le uve del Nerello e delle Lacrime, per cui veniva prodotto un eccellente rosso di color rubino, molto fragrante.